Valle Del Sacco

Artena, accordo con Lazio Ambiente per il maxi debito. I sindacati invocano la Corte dei Conti

I rappresentanti sindacali della Cgil parlano di una transizione palesemente sbilanciata verso il creditore

Solo qualche giorno fa il sindaco di Artena (in foto in alto con il presidente Fortini) esultava sui social per l’accordo raggiunto con Lazio Ambiente per diluire i 2,7 Mln di euro di debito accumulati in questi anni in dieci anni: “Firmata la Transazione tra il Comune di Artena e Lazio Ambiente. Un grande risultato politico, economico e amministrativo. Due firme che lasciano entrambe le parti soddisfatte e anche questo è un risultato straordinario. Lo avevamo promesso lo abbiamo fatto!”.

Nelle ore scorse però è arrivata la nota dei rappresentanti sindacali della Cgil che parlano di una transizione palesemente sbilanciata verso il comune lepino ed invocano al Corte dei Conti: Assistiamo esterrefatti all'annuncio di un accordo fra Lazio Ambiente e Comune di Artena in merito al noto debito dell'ente con la società pubblica. Al di là del merito dell'accordo - una transazione palesemente sbilanciata verso il creditore sulla quale vorremmo conoscere il pensiero della Corte dei Conti e dei Revisori Contabili della Regione, in cui si rateizza un debito rateizzato a spese del creditore, abbiamo perplessità molto più gravi sul piano politico che su quello tecnico contabile.

La gara mai bandita

Intanto si è sdoganato, di nuovo, un metodo di inadempienza che ha generato due fallimenti gravissimi della gestione pubblica dei rifiuti aprendo la strada alla domanda: "perché non ancora?" Già solo questo definisce un’immagine della responsabilità nella cosa pubblica che meriterebbe una riflessione politica di un certo peso. Ma ancora più grave è che lo si fa con un Comune, appunto quello di Artena, a cui si ritiene di non dover chiedere conto di una gara mai bandita, su un appalto, acceso in somma urgenza, in cui opera un'azienda nota alla cronaca per le persone fisiche che la costituiscono, che ha lasciato in mezzo alla strada, con la lettera di licenziamento in mano, diversi lavoratori e che solo grazie alla tenacia sindacale non si ritrovano disoccupati, dandogli invece un premio esorbitante a compenso della buona volontà futura.

Pur potendo comprendere e auspicare che, visto il buon andamento del bilancio di Lazio Ambiente soprattutto grazie al commercio e movimentazione dei rifiuti romani, un rasserenamento e una maggiore collaborazione fra gli enti del territorio, aiuti a concretizzare un investimento annunciato, ci sono anche aspetti e effetti collaterali che non possono e non debbono essere dimenticati. Ne abbiamo descritti solo alcuni, ma riteniamo ormai giunto il tempo di un cambio di passo sul tema, dove una Regione così generosa non può esserlo concretamente solo in direzione di queste scelte mentre ai lavoratori, esasperati da mesi di chiacchiere, non si riesce o non si vuole spiegare come risolvere il problema se non attraverso voci di corridoio che parlano di esodi di massa verso Roma e non a fare gli impiegati su un treno di pendolari.

Problemi rimasti sul tappeto e “non risposte” che stanno diventando la cifra della politica regionale. Dal buco di organico dell'Arpa che così non rischia di controllare come dovrebbe, ai lavoratori dell'ex provincia a cui sono stati tagliati centinaia, dove non migliaia, di euro di salari; ai lavoratori della sanità privata convenzionata costretti nel limbo della sottoccupazione, quando non del lavoro nero, per finire con Lazio Ambiente depredata e con centinaia di lavoratori senza futuro.

Appuntamento alla Pisana

Fuori dal novero non restano nemmeno le centinaia di lavoratori delle utility pubbliche, ormai sull'orlo del baratro proprio per le scelte per cui oggi Artena riceve un premio, con partecipate in enormi difficoltà o appalti di servizi ormai ridotte al volontariato di fatto. Ancora pochi giorni e rientreranno dalle ferie, avremo molto di cui discutere e molto su cui agitarci.  Primo appuntamento magari alla Pisana, dove finite le festicciole estive di partito o movimento, come lo chiamano per dissimulare oggi, forse otterremo maggiore attenzione. Magari, perché no, trovano un posticino “sicuro” anche per chi lavora da sempre”.