Cronaca

Pastena, la celebrazione del 4 novembre

Sotto la pioggia scrosciante oggi è stata ricordata la giornata  delle forze armate e dell’unità nazionale che non deve mai perdere di vista il sacrificio delle vite umane per la costruzione di un paese libero, giusto e democratico.

4-nov-2016

Sotto la pioggia scrosciante oggi è stata ricordata la giornata delle forze armate e dell’unità nazionale che non deve mai perdere di vista il sacrificio delle vite umane per la costruzione di un paese libero, giusto e democratico.

Le sofferenze, le ferite e la morte dei tanti giovani che nelle trincee lungo il Piave ottennero la vittoria contro l’invasore austro-ungarico realizzando il sogno di una nazione “ Una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor.” tanto agognato dai moti rivoluzionari e dalle associazioni patriottiche e liberali dell’Ottocento.

È un giorno che ricorda i caduti di tutte le guerre e non può dimenticare le vittime civili che la barbarie della guerra e la crudeltà umana hanno da sempre lasciato sui campi di battaglia.

La memoria storica deve essere di aiuto a mantenere in vita una società migliore, accogliente e solidale che insegue i principi della pace e della giustizia da porre come pilastri per la convivenza dei popoli.

Erano presenti alla manifestazione i rappresentanti delle varie forze dell’ordine che ogni giorno sul territorio contrastano la delinquenza e il crimine organizzato, servitori dello Stato, figli della nostra terra, eredi della nostra civiltà che mantengono alto l’onore per la divisa che indossano e il lavoro che svolgono.

La finalità di questa giornata non è solo il ricordo nostalgico di eventi lontani e non deve servire per portare in superficie antichi racconti o pietose testimonianze che i nostri nonni hanno lasciato come segno del loro legame con il nostro popolo, deve avere un obiettivo maggiore ovvero quello di contrastare la crescita di una generazione senza storia e senza radici.

Prevale talvolta il cinismo o la presunzione che tutto quello che appartiene al passato abbia poco valore per la storia contemporanea e che taluni avvenimenti del secolo scorso siano cartoline ingiallite piuttosto che esperienze di vita di sangue e di sudore che hanno portato con pazienza e fatica alla stesura di una costituzione garante dei diritti di tutti i cittadini e monito per la coscienza civile della nostra società.

Non vogliamo celebrare gli eroi mitici di una guerra terribile, ma solo rendere omaggio ai tanti giovani che si lasciarono alle spalle il loro paese, piansero per dover abbandonare le loro famiglie e tanti di loro non fecero più ritorno, chi bersaglio del fuoco nemico, alcuni dispersi nel gelo e nella tundra russa, altri naufraghi nel mare dell’Egeo, altri ancora spariti nei campi di prigionia e nei deserti africani.

Un paese non può abbandonare la sua memoria e chi indossa una divisa ha il dovere morale di non tradire lo Stato come del resto chi amministra, chi indossa una fascia tricolore non può e non deve dimenticare di essere un servitore delle istituzioni e della comunità che rappresenta.

Se vogliamo trarre una lezione da questa giornata dobbiamo evitare che il cinismo, che è trasversale, sta oltre le categorie del bene e del male, non è né di destra e né di sinistra e che esprime un moto di rigetto della storia e un atteggiamento di rifiuto dei grandi ideali possa divenire la regola maestra del nostro paese.


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